Ogni volta che ci esponiamo al sole è buona norma proteggersi con i solari. Ma siamo certi di sapere proprio tutto del prodotto che stiamo usando? Ecco le differenze tra filtri chimici e fisici e quali sono i più sicuri per te e l’ambiente.

COS’È LA PROTEZIONE SOLARE?

L’UE ha definito i solari “un qualsiasi preparato come crema, olio, gel, o spray, destinato ad essere posto in contatto con la pelle umana, al fine esclusivo o principale di proteggerla dai raggi UV assorbendoli, disperdendoli o rifrangendoli.”

In base al principio con cui agiscono, si dividono in due categorie:

  • chimici: che assorbono o disperdono i raggi UV;
  • fisici: che invece li rifrangono.

COSA SONO I RAGGI UV?

La luce solare è formata da tre tipi di onde che, in base alla lunghezza d’onda e la frequenza, si differenziano in:

  •  luce visibile;
  • raggi infrarossi;
  • raggi ultravioletti (Uv).

La luce visibile è quella che illumina durante il giorno.

I raggi infrarossi sono i responsabili della temperatura che percepiamo.

Entrambe queste tipologie di onde non sono dannose per la nostra salute.

I raggi Uv invece si, ed è proprio per proteggerci da loro che utilizziamo i solari.

Gli Uv sono di tre tipi:

  • UvA: a bassa energia con lunghezza d’onda dai 315 ai 400 nm, raggiungono il derma, la porzione più profonda della pelle sotto l’epidermide, favorendo l’insorgenza di patologie;
  • UvB: a media energia con lunghezza d’onda dai 280 ai 315 nm, sono bloccati per il 95% dall’atmosfera e riescono a raggiungere solo l’epidermide;
  • UvC: a più alta energia con lunghezza d’onda dai 100 ai 280 nm, sono i raggi più pericolosi ma vengono filtrati dai gas della stratosfera.

Quindi la maggior parte delle radiazioni Uv che assorbiamo sono UvA (98%) ed UvB (2%). Le prime sono responsabili dell’abbronzatura, mentre le seconde delle scottature.

QUALI SONO LE DIFFERENZE TRA SOLARI CON FILTRO CHIMICO O FISICO?

I filtri chimici

Questo tipo di solari si basa sull’assorbimento delle radiazioni UvA e UvB evitando che raggiungano il derma.

Le molecole assorbono la luce e formano composti eccitati che liberano l’energia accumulata, producendo calore. Questo però provoca anche l’aumento della temperatura della pelle.

I filtri fisici

I filtri solari fisici, a differenza di quelli chimici, non assorbono la luce ma la riflettono.

Infatti sono formati da piccole particelle minerali opache, che impediscono alla luce di raggiungere l’epidermide e surriscaldarla.

Sono sostanze meno dannose per la salute umana, avendo minore potere allergizzante.

A livello ambientale sono ritenute, teoricamente, più sicure. “Teoricamente” perché recenti ricerche hanno smentito in parte questa idea. Ma questo sarà approfondito nel prossimo paragrafo.

Comunque, i minerali più utilizzati nei filtri fisici sono l’ossido di zinco ed il biossido di titanio.

Queste sostanze possono trovarsi in due forme:

  • NANOPARTICELLE, cioè cristalli di dimensione tra 1 e 100 miliardesimi di metro. È obbligatorio segnalare questa caratteristica nella lista ingredienti del prodotto tramite la dicitura “NANO”, accanto al nome del minerale;
  • MICROINCAPSULATE, cioè i cristalli sono incapsulati in un rivestimento di acidi grassi.

PERCHÈ I FILTRI SOLARI SONO DANNOSI PER LE BARRIERE CORALLINE?

Purtroppo, tutti i filtri solari chimici ed una parte di quelli fisici, presentano controindicazioni ambientali.

Infatti sono dannosi principalmente per gli organismi acquatici. Il che è un problema grave, considerando che la crema solare viene utilizzata in enormi quantità nelle località di mare. E di solito, una volta applicata, quasi tutti fanno almeno un bagno, rilasciandone così una parte nell’acqua. Anche utilizzando le creme waterproof!

Ma quali sono questi effetti?

Per quanto riguarda i filtri chimici, gli ingredienti più tossici sono Octinoxato, Ossibenzone e Octocrylene.

L’ossibenzone in particolare promuove mutazioni genetiche nelle larve di polipo, interferendo sulla sua capacità di muoversi e creare nuove colonie di coralli.

Leggi anche: “Coralli: Piante o Animali?

Inoltre, uno dei principali problemi riscontrati è a livello delle barriere coralline, nelle quali inducono lo sbiancamento dei coralli. Ulteriori studi hanno anche dimostrato che, in concomitanza con l’aumento della temperatura, il tasso di sbiancamento della barriera è molto più alto.

Leggi per approfondire: “Lo Sbiancamento delle Barriere Coralline Spiegato

Queste molecole però si accumulano anche nei mammiferi marini, come delfini e balene, e vengono poi trasferiti al feto.

Per questi motivi, molti Stati hanno iniziato ad imporre normative restrittive. A partire dal 2020 infatti è vietato il commercio e utilizzo di filtri solari chimici a Palau.

Palau ed il divieto ad utilizzare i filtri solari chimici

Questo arcipelago infatti si trova nell’area definita “il triangolo dei coralli” considerato il più importante hot spot della biodiversità marina nel mondo.

Palau, nel "triangolo dei coralli", prende provvedimenti e mette al bando i filtri solari chimici

Sull’esempio di Palau, anche le Hawaii e le isole Bonaire hanno intenzione di bandire questo tipo di solari a partire dal 2021.

Al loro posto sarà possibile utilizzare solo solari con filtri minerali o altre alternative sicure per l’ambiente.

Tuttavia, prima ti ho detto che non tutti i solari fisici sono privi di pericolosità. Infatti, i minerali contenuti in questo tipo di filtri possono essere di due tipi, nano o microincapsulati.

E questa caratteristica è ciò che fa la differenza.

Gli studi degli effetti sulla salute umana ed ambientale delle nanoparticelle, sono solo agli inizi. Per questo ci sono ancora molte cose da capire riguardo alla loro sicurezza. Le particelle ‘nano’ infatti, proprio a causa delle loro dimensioni ridotte, sono in grado di penetrare direttamente all’interno delle cellule. Non sono chiare quindi le conseguenze dell’entrata di queste particelle estranee al nostro corpo.

Ma dal punto di vista ambientale, un recente studio italiano del 2018 ha fornito le prime evidenze del fatto che i filtri solari fisici, contenenti l’ossido di zinco in forma ‘nano’, hanno pesanti effetti nocivi sui coralli. Infatti ne favoriscono un veloce sbiancamento (già nelle 24 e 48 ore successive all’esposizione).

La correlazione trai filtri solari chimici e lo sbiancamento delle Barriere Coralline

COME SCEGLIERE I SOLARI

A questo punto la situazione è complicata. I solari chimici sono dannosi per noi stessi e l’ambiente ma anche quelli fisici non sono privi di rischi.

Quindi come faccio a scegliere?

Innanzitutto i filtri chimici sono da evitare. Oltre agli effetti ambientali sopra descritti, ci sono importanti implicazioni anche per la nostra salute.

Infatti le sostanze utilizzate per la loro formulazione, octinoxato, ossibenzone e octocrylene, sono oggi noti cancerogeni ed interferenti endocrini. Si accumulano nel nostro corpo e vengono anche trasferiti al latte materno.

Per questo i filtri fisici sono sempre migliori. Ma con un’accortezza: è necessario verificare che nella lista ingredienti NON vi sia la scritta ‘nano’, accanto al nome dei minerali. In questo modo sarete sicuri di acquistare un prodotto con filtri minerali microincapsulati, sicuri per voi e l’ambiente, come la protezione a largo spettro per il corpo. Se invece hai l’abitudine di proteggere la tua pelle dal sole tutto l’anno, non solo quando vai al mare, applicare tutti i giorni la crema solare non è la soluzione migliore. Per l’utilizzo quotidiano, anche prima di applicare il trucco, infatti esistono prodotti specifici ed altrettanto sicuri, che non solo schermano i raggi solari ma sono idratanti ed anti-age, come questo

Crema Viso Protettiva Antiage SPF 30

Voto medio su 18 recensioni: Buono

 

Un’altra opzione, per noi di più difficile attuazione, è prendere esempio dalle pratiche più “artigianali” storicamente adottate dai popoli che vivono in zone tropicali. Le creme solari infatti sono un’invenzione recente e prima della loro comparsa l’uomo ha sempre trovato soluzioni naturali.

In Myanmar per esempio, le persone si proteggono dal sole utilizzando la polvere di “Thanaka”, una pianta locale con moltissimi effetti benefici, tra cui quello di protezione solare.

Leggi qui: “Che cos’è il Thanaka?”

Infine, un’altra alternativa è utilizzare vestiti che coprano le gambe e le braccia.

In questo modo, se sono abbastanza coprenti, si può anche evitare del tutto di utilizzare la crema solare. Però questa è una soluzione adottata soprattuto da subacquei, surfisti, freedivers ecc. Dovendo stare in mare ed in acqua per molte ore, spesso preferiscono proteggersi con magliette e pantaloni tecnici e coprenti, per evitare di utilizzare ingenti quantità di crema, se non sulle parti del corpo scoperte.

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