I coralli sono tra gli organismi più spettacolari del mare e costituiscono le barriere coralline, che ogni anno attirano subacquei da tutto il mondo.

Però, pur essendo molto belli, sono anche molto statici. E magari anche tu ti sei fermato a guardarli tante volte, ma non ti sei mai chiesto che cosa sono. Piante, animali, sassi?

Bene, non sei l’unico! Questa domanda molto spesso manda in crisi le persone, semplicemente perché non si sono mai fermate a porsi questa domanda.

Sei sei tra queste, non ti preoccupare!

Nell’articolo ti spiegherò nel dettaglio che cosa sono e credimi, quando avrai finito di leggerlo, li guarderai con occhi del tutto diversi!

Allora iniziamo dalla fatidica domanda:

1- COSA SONO I CORALLI?

Una pianta o un animale?

I coralli sono ANIMALI.

Appartengono al phylum Cnidaria (come le meduse), classe Anthozoa e sono formati dall’unione di due organismi in simbiosi:

–      i polipi;

–      le zooxantelle.

NOTA BENE

I coralli sono formati da POLIPI, mentre quelli che mangiamo sono i POLPI, dei molluschi cefalopodi. I nomi sono simili ma le due specie sono completamente diverse tra di loro!!

– I polipi

 I polipi possono essere sia singoli che coloniali, ma i coralli di barriera sono formati per lo più da quelli coloniali.

Sono invertebrati marini composti da un corpo basale di forma cilindrica che presenta all’apice superiore una corona di tentacoli. Al centro della corona si trova l’apertura dell’apparato digerente che poi si sviluppa all’interno del corpo basale.

I tentacoli sono dotati di nematocisti, sono cioè urticanti, e servono per cacciare zooplankton, perché i polipi sono organismi carnivori. Una volta catturata la preda, questa viene diretta verso l’apertura del canale digerente per essere ingerita.

Il comportamento predatorio è affiancato alla fotosintesi effettuata dalle zooxantelle.

Immagine modificata da Dorit et al., 1991

Immagine modificata da Dorit et al., 1991

Nel corso della loro vita, i polipi producono alla base del loro corpo una matrice di carbonato di calcio (CaCo3), che funge da scheletro della colonia. In questo modo sono in grado di creare complesse strutture tridimensionali. Al suo interno i polipi si proteggono in porzioni cave, i coralliti, e accrescono la superficie della colonia. Per questo sono anche definiti dei biocostruttori.

Le forme dei coralliti sono varie ed uno dei parametri utilizzati per il riconoscimento dei coralli a livello di specie.

Infine, tutta la superficie della struttura è ricoperta da uno strato di tessuto, il cenosarco, che interconnette i polipi tra di loro. Anche nel cenosarco si trovano le zooxantelle che, grazie ai loro pigmenti fotosintetici, rendono il corallo colorato.

– Le zooxantelle

Le zooxantelle sono delle alghe unicellulari ricche di pigmenti fotosintetici che vivono in simbiosi nel tessuto dei polipi.

La loro funzione è quella di utilizzare la luce solare per fare fotosintesi e produrre materiale organico che i polipi utilizzano per accrescere la colonia e come fonte di nutrimento. Questo processo è talmente efficace che, talvolta, le sostanze prodotte tramite fotosintesi sono sufficienti e per i polipi non è necessario cacciare.

Questo tipo di rapporto è definito di simbiosi mutualistica ed obbligata: mutualistica perché entrambe le parti ne traggono vantaggio. I polipi proteggono le zooxantelle e forniscono loro ulteriore nutrimento, mentre le zooxantelle, attraverso la fotosintesi, assicurano ai polipi un continuo flusso di sostanze utili. Obbligata perché senza le zooxantelle i polipi morirebbero e viceversa.

Infatti quando i coralli si trovano in condizioni di stress, i polipi espellono le zooxantelle e dopo poco muoiono. La decomposizione dei polipi e del cenosarco rivela la sottostante matrice calcarea bianca che è l’unica cosa che rimane. E questo è in poche parole il meccanismo conosciuto come “sbiancamento dei coralli”.

Leggi anche “Lo Sbiancamento delle Barriere Coralline Spiegato

Coralli: cosa sono e perchè si sbiancano

2- TIPI DI CORALLI

I coralli sono suddivisibili in due categorie:

  • DURI

Sono quelli descritti fino ad ora, dotati di uno scheletro di carbonato di calcio. Possono a loro volta assumere diverse forme:

  • RAMIFICATI

Tipi di corallo: ramificati

  • A MENSOLA

Tipi di corallo: a mensola

  • MASSIVI

Tipi di corallo: massivi

  • INCROSTANTI

Tipi di corallo: incrostanti

  • MOLLI

Non sono dotati di un vero e proprio scheletro ma da piccoli frammenti di carbonato di calcio chiamati scleriti. Per questo non formano strutture tridimensionali complesse come i coralli duri.

Tipi di corallo: molli

3- LA DISTRIBUZIONE DEI CORALLI

Proprio perché dipendenti dalla fotosintesi, i coralli hanno bisogno di molta luce.

Per questo, le barriere coralline di tutto il mondo si sviluppano nelle aree equatoriali tropicali dove è presente una elevata quantità di radiazione solare durante tutto l’anno. All’equatore infatti, le radiazioni solari colpiscono la superficie terrestre in maniera perpendicolare e quindi sono più forti.

Per poter assorbire la quantità di luce necessaria, la profondità è un altro fattore importante. Mano a mano che si scende, vengono assorbite le radiazioni rosse, arancioni, gialle, verdi, blu ed infine viola. Perciò più la profondità aumenta, più le radiazione solari diminuiscono. Le barriere coralline quindi, si sviluppano a partire dal livello della superficie fino alla profondità di poco più di 10 metri. Esistono tuttavia altri tipi di barriera più profonda, formate da coralli sciafili, cioè sprovvisti di zooxantelle, in quanto a tali profondità la fotosintesi è impossibile. Questi tipi di corallo basano la loro sopravvivenza sulla predazione, da parte dei polipi, di piccoli invertebrati ed altro materiale organico discendente dalla superficie.

Una terza caratteristica importante è la qualità dell’acqua: aree limpide e trasparenti permettono una più efficiente fotosintesi rispetto a quelle più torbide e ricche di sedimenti in sospensione (sabbia, fango, ecc.).

Infine, un fattore letteralmente determinante per la vita o la morte dei coralli, è la temperatura. I coralli sono infatti in grado di riprodursi ad una temperatura minima di 20°C e sopravvivono fino ad una temperatura massima di circa 35°C. Tuttavia, la temperatura ottimale si aggira intorno ai 28°C. Oltre queste soglie si assiste al fenomeno dello sbiancamento.

4- I CORALLI NEL MEDITERRANEO

Nel Mediterraneo, non esistono barriere coralline come quelle presenti ai tropici. Il clima e l’andamento delle stagioni non garantiscono una quantità di luce sufficiente durante tutto l’anno. Anche la temperatura dell’acqua è inferiore.

In generale, le strutture calcaree simili alle barriere coralline sono definite biocostruzioni. Nel Mediterraneo, sono formate per lo più dai tubi calcarei di molluschi vermetidi, briozoi e/o alghe coralline, cioè contenti del carbonato di calcio nei propri tessuti.

Tuttavia, sono molto diffusi altri tipi di coralli come le gorgonie, per esempio Paramuricea clavata, adattate a vivere tra i 20  e 50 metri di profondità.

Coralli nel Mediterraneo

Nel 2018 però, è stata scoperta dai biologi dell’Università di Bari e per la prima volta in Italia, nell’area di Monopoli, una barriera corallina mesofotica, cioè formata da coralli con zooxantelle adattate alla luce ridotta. Il reef si estende per circa 2,5 km ad una profondità tra i 30 ed i 55 metri.

Fonte: Corriero et al., 2019

Fonte: Corriero et al., 2019

Allora, cosa ne pensi? Avresti mai immaginato che delle creature così piccole potessero essere così complesse?

Hai altri domande sull’argomento? Scrivile qui sotto nei commenti!

Leggi anche “La mia Esperienza sulla Conservazione Marina in Thailandia