Ti sei mai chiesto quali siano le origini della plastica?
La plastica è uno dei materiali più discussi degli ultimi decenni, essendo una delle cause dell’aumento dell’inquinamento ambientale.
Per questo, ho deciso di creare una serie di articoli per permettervi di comprendere meglio questo problema. I temi approfonditi saranno:
- Le origini della plastica.
- Microplastiche: perchè sono inquinanti?
- La bioplastica è davvero ecologica?
- 5 prodotti di uso comune che contengono microplastiche.
Iniziamo, in questo primo articolo, a capire da dove viene questo materiale.
LE ORIGINI DELLA PLASTICA
Dal greco “plastikos”, plastica significa ‘modellare’ o ‘dare forma a’.
Materiali assimilabili alla plastica, sono presenti in natura da sempre.
Ne è un esempio la celluloide. Inventata nel 1869 da John Hyat, è composta da canfora, una cera naturale, azoto e cellulosa. Questo la rende del tutto naturale, ma altamente infiammabile.
Un altro esempio è il lattice, estratto dall’albero della gomma.
La vera svolta però avvenne nel 1907 quando Leo Baekeland inventò la prima plastica sintetica.
Lo scienziato combinò il fenolo, un alcol, con la formaldeide, derivata dal petrolio, ed additivi. Nacque così la bachelite.
La plastica sintetica è un polimero. Cioè un insieme di unità, dette monomeri, legate tra di loro da legami chimici.
Le principali caratteristiche sono la sua flessibilità, modellabilità e leggerezza. Grazie al fatto che non conduce elettricità, è anche un ottimo isolante.
Negli anni ’40 case automobilistiche come l’americana Ford, utilizzarono plastica per sempre più componenti, dai fanali alle gomme e cruscotto, fino alle fibre delle cinture.
Con la Seconda Guerra Mondiale però, tutte le fabbriche furono convertite per la produzione bellica.
Anche in questo caso, le ruote delle autovetture, componenti degli aeroplani, corde e cinghie dei paracaduti furono realizzate con fibre sintetiche derivate dal petrolio, il nylon.
Quando la guerra finì, la plastica trovò nuovi utilizzi nel mondo civile. Per esempio il nylon continuò ad essere adoperato per la produzione di collant da donna, il poliestere invece è oggi molto utilizzato per i vestiti.
Inoltre, con il boom economico a cavallo degli anni ’60, incrementarono vertiginosamente la produzione di radio, televisori ed elettrodomestici.
Negli anni successivi si aggiunsero anche telefoni, computer, cellulari e molti altri oggetti come contenitori e imballaggi per il cibo.
La sintesi di plastica crebbe così velocemente che si stima che tra 1955 ed il 2015 ne siano state prodotte, in tutto il mondo, circa 7.8 miliardi di tonnellate, evidenziandone una crescita esponenziale dal 1950 al 1970:
Nel 1965 iniziarono ad essere distribuiti i sacchetti di plastica. Oggi si stima che se ne producano in tutto il mondo 500 miliardi ogni anno, circa 1 milione al minuto.
Nel 1975 invece furono inventate le bottigliette di plastica. Le prime aziende ad utilizzarle furono le americane Coca-Cola e Pepsi.
Queste ultime sono fatte di plastica detta PET, riciclabile.
TIPOLOGIE DI PLASTICA
Principalmente la plastica si divide in due categorie:
- TERMOPLASTICHE: una volta utilizzate possono essere fuse nuovamente e riciclate. Sono per esempio nylon, teflon e poliestere;
- TERMOINDURENTI: plastiche che una volta modellate, anche se riscaldate, non cambiano la loro forma. Sono la bachelite, melamina e silicone.
IL PROBLEMA DELL’ACCUMULO
Verso gli anni ’80 però, le persone iniziarono a capire che lo smaltimento della plastica è difficoltoso.
Infatti, soprattutto plastiche termoindurenti come la bachelite, non possono essere riciclate.
Quindi, molto presto, iniziò a delinearsi il problema del suo accumulo sia a terra che in mare, fino ad arrivare ai livelli di inquinamento odierni.
Si stima infatti che tra pochi decenni negli oceani ci sarà più plastica che pesci.
Immagini come quelle del video rischierebbero di diventare la normalità.
Perché?
Perché la plastica è sintetica e indistruttibile.
Cioè, non essendo presente in natura, ma venendo prodotta a partire dal petrolio, non ci sono organismi in grado di degradarla.
Processo che, comunque, si pensa avvenga in circa 450 anni. Ovviamente non è un dato certo, ma ci fa capire come ogni singolo pezzo di plastica prodotto, dal primissimo nel 1907 ad oggi, sia ancora presente sul pianeta.
Per questo motivo, nel 1988 è stato introdotto il simbolo del riciclo, le tre frecce.
Riciclare infatti, oltre al vantaggio ambientale e la promozione di un economia circolare, comporta un minore consumo di energia rispetto alla produzione di nuova plastica.
Leggi anche “Resilienza, Effetto Farfalla ed Economia Circolare applicati all’Ambiente“
Purtroppo però, su questo aspetto c’è ancora molto da lavorare.
Infatti ad oggi solo il 20% della plastica prodotta è poi effettivamente riciclata.
Inoltre circa 8/12 milioni di tonnellate di plastica vengono riversate ogni anno in mare.
Questi rifiuti vengono trasportati dalle correnti marine, formando grandi accumuli in punti specifici dell’oceano.
Il più grande e famoso è conosciuto come “isola di plastica“, si trova nell’oceano Pacifico e contiene tra le 80.000 e 100.000 milioni di tonnellate di plastica.
Questi dati sono solo temporanei perché ogni giorno si aggiungono nuovi rifiuti.
Di conseguenza, oggi la tendenza si sta invertendo.
Si cerca di utilizzare sempre meno plastica e riciclarne il più possibile.
Inoltre molti prodotti, come i flaconi dei detergenti per esempio, sono oggi spesso realizzati in bioplastica.
In tal senso, anche la ricerca scientifica sta facendo grandi progressi.
Infatti, alcuni ricercatori hanno scoperto che esistono batteri in grado di degradare i polimeri della plastica.
Inoltre, sono oggetto di studio delle particolari alghe in grado di produrre una sostanza naturale con le stesse proprietà della plastica. Si sta anche approfondendo come possa essere ottenuta a partire dall’olio di piante come la colza.
Leggi qui l’articolo successivo “Microplastiche: perchè sono Inquinanti?“
Buona lettura!
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