Gli ecosistemi sono le unità fondamentali che compongono il nostro ambiente. Ecco quindi spiegato cosa significa, quanti tipi ne esistono e in base a che cosa si differenziano l’uno dall’altro.
COSA SONO GLI ECOSISTEMI?
Un ecosistema è l’insieme di componenti biotiche ed abiotiche e delle relazioni che si instaurano tra di loro in una determinata area.
In alte parole, le componenti sono:
- quella BIOTICA, cioè tutti gli organismi viventi (piante, animali e microganismi);
- quella ABIOTICA, cioè l’ambiente fisico e chimico come il suolo, gli elementi in esso disciolti, l’acqua, ecc.
Le relazioni invece riguardano i flussi di energia, nutrimento e tutti gli altri rapporti che si instaurano tra un organismo ed il suo ambiente.
Oltre a questo, un ecosistema di definisce tale anche perché è:
- un SISTEMA APERTO, cioè avvengono scambi tra l’interno e l’esterno;
- INTERCONNESSO con altri ecosistemi;
- in EQUILIBRIO DINAMICO cioè, nonostante le condizioni al suo interno possano cambiare, si mantiene sempre in equilibrio.
Gli ecosistemi possono essere molto grandi come deserti, laghi, foreste e mari, ma anche molto piccoli, come una pozza d’acqua in una foresta dopo un temporale.
Tuttavia, mentre la foresta è un ecosistema relativamente stabile che esiste da millenni e continuerà ad esistere anche tra parecchi anni, la pozza d’acqua si è formata in seguito ad un acquazzone ed in poco tempo è destinata a prosciugarsi e cessare di esistere.
QUANTI SONO?
Se ne possono identificare 18.
A loro volta questi si suddividono in quattro categorie:
- terresti;
- marini;
- di transizione;
- artificiali.
Vediamoli!
Ecosistemi naturali terrestri
Sono compresi tutti gli ecosistemi di origine naturale che troviamo sulla terra ferma, caratterizzati soprattutto in base alla flora tipica. Sono:
DESERTI
Ricoprono circa il 25-35% della pianeta e si trovano nel nord America (Sierra Nevada), Argentina, Australia e Africa (Sahara e Namib) estendendosi fino alla Mongolia e Cina (Gobi), attraverso i Paesi arabi.
Esistono diversi tipi di deserto:
- FREDDI (Gobi)
- CALDI (Mojave)
- SABBIOSI come il Sarah ed il Namib;
- ROCCIOSI come parte del deserto dell’Oman.
In base alla posizione geografica vi può essere l’alternanza di stagioni, come nel deserto temperato della Sierra Nevada.
In questi ambienti, gli sia gli animali che le piante hanno evoluto strategie di sopravvivenza alla scarsità d’acqua e le elevate temperature. Il ratto canguro o la formica argentata hanno sviluppato adattamenti fisici mentre le piante hanno sviluppato la capacità di regolare il momento della fioritura, rimanere vitali nel sottosuolo o presentarsi sotto forma di piante succulente.
FORESTE
Tropicali
Sono diffuse lungo la fascia equatoriale nel centro-sud America, Africa ed Asia centro-meridionale; la temperatura media è pari a circa 18°C e le precipitazioni sono giornaliere. È in queste aree che si concentra la maggior parte della biodiversità conosciuta.
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Al loro interno si individuano cinque livelli di vegetazione, dal basso verso l’alto:
- Copertura del suolo composta da specie erbacee e felci;
- Sottobosco cespuglioso;
- Chiome delle piante basse;
- Chiome degli alberi di media altezza e distanza tra loro;
- Chiome degli alberi più alti e distanziati tra di loro.
Temperate
Si trovano lungo la fascia temperata; la temperatura varia molto in base al susseguirsi delle stagioni ed è formata principalmente da vegetazione decidua di cespugli e latifoglie.
Boreali o Taiga
Si sviluppa lungo le zone temperate fredde e boreali, motivo per cui è composta da conifere sempreverdi. All’interno della taiga sono riconoscibili tre aree con diverso tipo di vegetazione:
- area foresta-tundra a muschi, licheni e radi abeti;
- area di bosco aperto a licheni ed abeti
- area di foresta boreale con una continua copertura di abeti e pini.
Anche queste aree sono soggette all’alternarsi delle stagioni con estati brevi e fredde ed inverni lunghi, rigidi e nevosi. Quando la temperatura del suolo si mantiene a 0°C per lunghi periodi, il terreno si ghiaccia dando origine al permafrost. Durante i periodi di scarse precipitazioni e siccità invece queste foreste sono soggette ad incendi. Per questo motivo le piante hanno sviluppato particolari adattamenti.
TUNDRA
Si estende tra il limite superiore della Taiga ed il limite inferiore dei ghiacci polari. È per lo più formata da cespugli bassi, muschi e licheni. Il suolo presenta uno strato di permafrost e le piante si sviluppano prevalentemente nel sottosuolo, con crescita rallentata. Nelle aree di tundra alpina vi è invece una forte escursione termica.
MACCHIA TEMPERATA O MEDITERRANEA
È un ecosistema tipico delle aree adiacenti al mar Mediterraneo, Australia, Sudafrica, Cile e Nord America e si caratterizza per la vegetazione arbustiva ed alberi nani sclerofilli (cioè con foglie dure). Vi è l’alternanza di stagioni, con estati aride ed inverni rigidi durante i quali si concentra la maggior parte delle precipitazioni. In estate invece aumenta il rischio di incendi.
AREE POLARI E GHIACCI
Comprendono le aree in corrispondenza dei due poli:
- ARTIDE, al polo nord, è formato da uno spesso strato di ghiaccio che galleggia sul mare. La temperatura si aggira intorno ai -34°C;
- ANTARTIDE, al polo sud, è formato da terreno alla base ricoperto da una calotta di ghiaccio. Questo è il luogo più freddo del pianeta, con una temperatura che raggiunge i -49°C.
Dal punto di vista della fauna, alcune specie sono presenti unicamente ad uno dei due poli: l’orso polare solo al nord, mentre i pinguini solo al sud.
SAVANA
Diffusa in corrispondenza delle aree tropicali e subtropicali, come cento-sud America, Africa, India ed Australia, la temperatura media non scende mai al di sotto dei 18C° e si sviluppa lungo altopiani ed aree in moderato rilievo.
È composta per lo più da vegetazione erbosa ed arbustiva legnosa annuale, con pochi alberi. A causa dei frequenti incendi, molte specie vegetali sono resistenti al fuoco.
Vi è l’alternanza di due stagioni: secca ed umida. Entrambe hanno una durata di circa 6 mesi ma nella stagione umida le precipitazioni sono quasi quotidiane con conseguente riempimento dei fiumi e ricrescita della copertura erbosa. Durante la stagione secca invece, si verificano scarsità di acqua e frequenti incendi.
La vegetazione della savana si sviluppa su due livelli, dal basso verso l’alto:
- strato erbaceo;
- copertura di bassi arbusti e pochi alberi.
PRATERIA TEMPERATA
Sono presenti nelle zone interne continentali delle aree temperate del nord America, sud America (pampas) ed Africa (veld). Sono composte per lo più da vegetazione erbacea di diverso tipo, alta, media e bassa. La biodiversità dipende molto dal clima locale, precipitazione ed aridità.
Possono essere naturali o antropiche: un tempo le praterie naturali ricoprivano il 42% della terra, oggi sono ridotte a meno del 12% a causa delle attività umana e la conversione ad aree di pascolo.
Ecosistemi naturali acquatici
Sono classificati in base alle caratteristiche fisiche dell’ambienti in:
MARINI
Questo ecosistema è il più esteso del pianeta, ricoprendo il 71% della superficie terrestre. Si divide in 4 oceani principali: Atlantico, Pacifico, Indiano ed Artico. Il punto più profondo è la fossa delle Marianne, nell’oceano Pacifico, dove si raggiungono i 11 km.
È caratterizzato dall’acqua salata, l’elevata profondità e le maree. Ospita anche le aree con la maggiore concentrazione di biodiversità: le barriere coralline.
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ACQUE INTERNE
Comprendono tutti gli ecosistemi lacustri e fluviali. I primi sono definiti ambienti transitori, in quanto soggetti a variazioni come la trasformazione in ecosistemi di terra. Anche i secondi possono variare nel tempo, essendo in grado di modellare l’ambiente sul quale scorrono grazie alla loro velocità.
Ecosistemi naturali di transizione
Sono le aree di transizione tra la terra ferma e il mare o un bacino di acqua dolce e sono caratterizzate in base al tipo di suolo ed acqua. Si dividono in:
- aree di transizione tra ambiente terrestre e marino;
- paludi salmastre;
- zone umide d’acqua dolce.
AREE DI TRANSIZIONE TRA AMBIENTE TERRESTRE E MARINO
Sono le aree costiere e si dividono in due tipologie:
- ROCCIOSE;
- SABBIOSE dovute all’erosione delle rocce a causa del costante moto ondoso.
PALUDI SALMASTRE
Si trovano nelle aree temperate a livello di delta ed estuari dei fiumi, dove perciò avviene l’incontro tra l’acqua dolce del fiume e quella salata del mare e sono soggette alle maree. La vegetazione (Salicornia, giunchi) e gli animali (bivalvi, granchi) che popolano queste aree sono specie adattate all’ambiente salmastro.
Nelle aree tropicali invece, le paludi salmastre sono sostituite dalle foreste di mangrovie e ricoprono circa il 70% delle aree costiere. Queste foreste sono fondamentali per la salute degli ecosistemi adiacenti in quanto sono in grado di mitigare l’effetto di erosione delle coste e fungono da nurseries per numerose specie ittiche.
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ZONE UMIDE D’ACQUA DOLCE
Le zone umide comprendono stagni, paludi di acqua dolce e torbiere, queste ultime caratterizzate dalla elevata presenza di materia organica non del tutto decomposta. Il livello di acqua in queste aree dipende anche dalle precipitazioni che influenzano la crescita della vegetazione. Si registra anche un’elevata biodiversità animale (anfibi, uccelli, invertebrati).
Ecosistemi artificiali
Si definiscono tali in quanto creati artificialmente dall’uomo.
Sono:
URBANI
Comprendono tutte le aree edificate dall’uomo.
RURALI
Sono le aree comunemente definite “di campagna” e cioè prevalentemente adibite a pascolo, allevamento o piccole coltivazioni.
AGRICOLI
Queste aree sono state modificate dall’uomo e rese adatte al solo utilizzo in campo agricolo, per l’allestimento di grandi coltivazioni intensive.
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